La mamma ultrà conosce bene il gioco individuale:lei lavora,lei pulisce casa,lei fa le lavatrici,lei si preoccupa per i figli,lei fa la tassista...
Il gioco di squadra lo vede in maniera astratta , nota la concretezza di questo concetto solo nella vita di suo figlio.
Essere una squadra non vuol dire soltanto giocare insieme a pallone, ma condividere quattro pomeriggi la settimana confidarsi a vicenda fare la doccia festeggiare le vittorie andando a mangiare una pizza e a strombazzare con le macchinette consolarsi nelle sconfitte magari passando la notte a parlare della partita del pomeriggio.
La squadra condivide le emozioni,la tensione, la rabbia e la felicità.
Esultano tutti per il goal, si arrabbiano tutti per una espulsione,si innervosiscono tutti per gli errori degli arbitri e si offendono tutti per le offese rivolte anche ad uno soltanto di loro.
E poi la fiducia che si instaura sul campo quando uno fa un passaggio che sembra nel vuoto e l'altro è lì invece pronto a prendere la palla ,la sicurezza che infondono i difensori e il portiere, il fatto che ognuno sa quello che l'altro farà viene tutto riportato nella loro vita fuori del campo ed è così che si formano quelle belle amicizie maschili.
Il concetto di squadra non è per niente astratto....
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